Radio Confapi, l’incontro con le parti sindacali del Veneto

Nel corso delle settimane di programmazione dedicate al Veneto, Radio Confapi ha dato voce alle parti sindacali, con i rispettivi segretari regionali che hanno condiviso impressioni sulla situazione attuale e le prospettive future del mondo produttivo. Ecco un riassunto dei loro interventi.

Tiziana Basso, Segretario generale CGIL Veneto: “Ci stiamo impegnando per ridurre le disuguaglianze, migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone, e intervenire su temi come sanità, welfare pubblico e welfare integrato. Nel mercato del lavoro in Veneto, in questo momento, c’è una mobilità e molto attivismo, ma anche tanta incertezza. Per fortuna non abbiamo grandi situazioni di crisi, ma siamo preoccupati di quello che succederà a settembre. Abbiamo chiesto di essere coinvolti dal Governo, e a livello regionale abbiamo fatto alcuni incontri approvando alcuni progetti. Abbiamo lavorato inoltre sul tema dell’inquinamento, per la riconversione del settore della concia, e per un sostegno al settore dell’automotive che nella nostra regione è molto importante. Dobbiamo riqualificare i lavoratori e il percorso che abbiamo fatto con Confapi in tal senso, negli ultimi anni, è stato di grandissima qualità. Così come il percorso di welfare, seguito insieme anche a livello nazionale. Per noi la relazione è fondamentale: il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici dimostra che la Confapi ha a cuore anche il tema dei salari, che è un’emergenza. Metteremo insieme le forze anche per un trattamento fiscale più equo e per i salari di secondo livello. Attenzione anche all’occupazione femminile, che è un tema centrale per il futuro delle nostre imprese e della democrazia“.

Franco Refosco, Segretario generale CISL Veneto: “L’impatto della pandemia rende complicata la situazione produttiva e occupazionale. Nella seconda metà dell’anno scorso abbiamo vissuto una fortissima ripresa, rallentata all’inizio di quest’anno per i costi energetici e delle materie prime, prima del conflitto che ha portato a una situazione complicata. Abbiamo tre carenze: materie prime, energia e capitale umano, perché in molti settori mancano le competenze di cui si hanno bisogno. Occhio ai salari, notiamo una differenza retributiva media tra i lavoratori del Veneto e di altre regioni vicine. Fondamentale il rilancio delle politiche attive e la formazione dei lavoratori per colmare la carenza di competenze: dobbiamo far incrociare chi cerca e chi offre lavoro, garantendo formazione per tutte le fasce di età. Va rilanciato in particolare lo strumento dell’apprendistato duale per invogliare i giovani a investire nel lavoro e in loro stessi: per portare l’innovazione dentro le imprese vanno rilanciati gli apprendistati di primo livello, di terzo livello e professionalizzante, e su questo serve un forte dialogo con il mondo dell’impresa. Necessario un forte protagonismo delle parti sociali e dei territori nel governare gli investimenti, che non possono essere spesi in maniera improduttiva ma devono generare valore. Con Confapi abbiamo sviluppato un dialogo continuo e fattivo a livello regionale, stiamo ragionando sulle relazioni sindacali e modalità di contrattazione partecipative, e collaboriamo per mettere insieme la domanda di lavoro che arriva alle imprese con l’offerta di lavoro che noi intercettiamo. Solo insieme risolveremo i problemi e costruiremo un futuro dalle buone prospettive“.

Roberto Toigo, Segretario generale UIL Veneto: “Il Veneto è una regione manifatturiera importante, che però non produce direttamente dall’inizio alla fine i propri prodotti, ma è molto legata a quello che succede intorno. Abbiamo un tessuto produttivo che ha raggiunto la competitività esclusivamente con la voglia di lavorare, colmando con essa molti altri gap. Oggi soffriamo quello che succede nel mondo con un sistema difficile che non è più competitivo, e su questo dobbiamo darci una svegliata. Devo dare atto al Presidente William Beozzo di avere accolto il nostro invito a lavorare per accorciare la distanza tra domanda e offerta di lavoro: necessario realizzare un portale condiviso, per capire di cosa ha bisogno il territorio con una mappatura seria, e fare una formazione utile. Le agenzie interinali e i centri per l’impiego in tal senso svolgono un lavoro frammentato e non sufficiente. Il PNRR è importante ma abbiamo tutte queste risorse perché l’economia del nostro Paese, anche prima del Covid, era in grandissima difficoltà. Non abbiamo un progetto industriale serio per la nostra e regione e per l’intero Paese, e non si guarda con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. Nel settore auto in Veneto, per fare un esempio, lavorano oltre 10 mila persone, che dovranno cambiare modo di lavorare, perché lavorano in quella parte di componentistica che scomparirà col motore elettrico, e che per il 70% viene realizzato in Italia, anche per le auto della Germania: vanno finanziate e sostenute le aziende che in prospettiva saranno in difficoltà, e formate le persone. Nelle pieghe del PNRR la Regione ha la potenzialità di indicare le priorità, ma prima dobbiamo capire il tessuto industriale e ciò di cui ha bisogno tra dieci anni. Se non salviamo il manifatturiero, le Pmi e il lavoro facciamo morire il Veneto“.

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