INTEL A PORTO MARGHERA: PER CONFAPI VENETO OPPORTUNITÀ DA NON PERDERE

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Il punto di vista di Confapi Veneto sulla proposta di candidare Porto Marghera come sede per la gigafactory di Intel, il più grande produttore al mondo di microchip.

Il Presidente di Confapi Veneto, William Beozzo, esprime il punto di vista della Federazione delle Associazioni delle Piccole e Medie Industrie del Veneto, riguardo la questione della candidatura di Porto Marghera per l’insediamento di Intel, il più grande produttore al mondo di microchip.

La ritiene un’opportunità strategica per Venezia e per tutto il Veneto, in considerazione anche dell’indotto che genererebbero gli investimenti necessari all’insediamento del gruppo americano.

La territoriale Confapi Venezia, che sulla questione della ZLS è stata sempre molto prudente sui rischi di speculazione immobiliare, ritiene, però, che un investimento di quella portata cambierebbe radicalmente lo scenario futuro di Porto Marghera e del Veneto.

“Innanzitutto, poiché la posizione geografica è davvero azzeccata – afferma Simone Padoan, Consigliere delegato di Confapi Venezia – La produzione di microchip è basata su materie prime principalmente di importazione ed il loro utilizzo è una priorità strategica in tutta Europa: uno stabilimento produttivo, con accesso diretto al mare in un porto che collega la rotta Europa- Africa-Asia con i corridoi TEN-T 5 e 1, permetterebbe un flusso logistico ottimizzato verso Francia, Germania ed Est Europa ed una riduzione dei costi logistici di importazione.”

Senza contare che – continua Padoan – i microchip sono alla base della meccanica e della meccatronica, la principale industria manifatturiera del Veneto, e dell’Automotive, che è un altro settore di primaria importanza per tutto il Nordest (Emilia-Romagna inclusa), visto anche il rapporto stretto delle nostre imprese con i carmaker tedeschi. Stiamo parlando di oltre 11.800 aziende per quasi 184.000 addetti, di cui l’80,27% impiegati in aziende con meno di 250 addetti: l’impero delle Piccole e Medie Imprese.”

Una gigafactory del genere, altresì, avrebbe bisogno di personale specializzato ed adeguatamente formato, di cui una parte altamente qualificata nell’ingegneria elettronica, dando impulso ad un meccanismo di formazione che sarebbe facilmente pianificabile, grazie alle Università del Nordest, che sono già tutte aggregate nel consorzio SMACT Competence Center con sede a Venezia presso Ca’ Foscari (costituito secondi il Piano Industria 4.0 proprio con questa finalità). Ciò darebbe, inoltre e soprattutto, un nuovo impulso e linfa vitale proprio a quelle 11.800 aziende, rendendole ancora più competitive a livello internazionale.

E’ vero che A Porto Marghera c’è la questione delle bonifiche, ma se nell’investimento di Intel entrasse anche Cassa Depositi e Prestiti, il costo della bonifica sarebbe un problema marginale.

Le criticità vere sono tre: primo, reperire 300 ettari contigui con accesso alla banchina, secondo, avere tempi certi e rapidi nelle procedure autorizzative e di bonifica, terzo avere un porto efficiente con connessioni dirette o con connessioni che permettano il minor numero possibile di transhipment (cambio di nave lungo il tragitto).

Non ci si deve dimenticare che Porto Marghera è uno dei Siti di Interesse Nazionale, per i quali vige una normativa dedicata: l’articolo 252 bis del Dlgs 152/2006, che ha per titolo “Siti inquinati nazionali di  preminente  interesse  pubblico  per  la riconversione industriale”, permette di far sedere attorno ad un tavolo tutti gli attori interessati, dai Ministeri alle Amministrazioni pertinenti, all’Autorità Portuale fino ai proprietari delle aree ed alle imprese investitrici, mettendole in condizione di sottoscrivere un patto che si chiama “Accordo di Programma” (fino al periodo 2012-2014, la via degli Accordi di Programma ex 252 bis  per Marghera era stata imboccata e aveva iniziato a funzionare).

Per effetto dell’art. 34, comma 5, del D.lgs 267/2000, se l’Accordo di Programma implica una variazione degli strumenti urbanistici (come un investimento da 300 ettari sicuramente richiede), l’Accordo deve essere ratificato entro 30 giorni dal Consiglio Comunale, comportando la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza delle opere; tale dichiarazione cessa di avere efficacia se le opere non hanno avuto inizio entro tre anni.

Con l’Accordo di Programma, pertanto, si possono definire procedure e tempi certi, che ricadono nell’arco di tre anni, che sono tecnicamente sufficienti per permettere al Porto di ripristinare la piena navigabilità dei canali e stimolare accordi con le alleanze navali.

Simone Padoan, non ha quindi dubbi sul tema: “Poco importa che il primo ad andare sui giornali sia stato un politico di un colore o di un altro, quello che importa è che l’idea è buona, può avere degli elementi di interesse per Intel, fornisce una prospettiva di impatto che va ben oltre la riqualificazione di un pezzo di Porto Marghera, gli strumenti giuridici di Governance ci sono ed il Pnrr può dare una mano; va verificata la volontà di sedersi veramente a quel tavolo.

Auspichiamo che Regione Veneto e Comune di Venezia propongano la candidatura, anche tramite la convocazione in tempi rapidi del Tavolo Permanente per Porto Marghera, al fine di agevolare il dialogo e il confronto tra le Parti interessate.”

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